PIANO ZUCCHI - Unità di Pastorale Sinodale

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ISNELLO | PARROCCHIA SAN PAOLO APOSTOLO
Stazione Missionaria
La parrocchia San Paolo Apostolo di Piano Zucchi, nel territorio di Isnello, nasce nel 1977. Dal 1° settembre 2020 essa è anche Stazione Missionaria “Paolo, Aquila e Priscilla” da un’intuizione profetica del Vescovo Giuseppe Marciante.
La stazione missionaria è un luogo in cui sostare, ma non risiedere; l’ambiente in cui trovare ristoro nel corpo e nello spirito; fare provviste formative e pastorali per l’evangelizzazione e riprendere, con rinnovato impegno missionario, il viaggio verso la propria comunità domestica e parrocchiale.
La scelta di ridare centralità e protagonismo ministeriale al Sacramento del matrimonio si colloca, in prima istanza, nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, e più recentemente, dalla celebrazione dei due Sinodi sulla Famiglia, nei quali la chiesa ha rimesso in moto la riflessione sull'apporto decisivo della famiglia per il futuro del mondo e della Chiesa (cfr. Papa Francesco, Amoris Laetitia, 31).
LO SCULTORE PIETRO GIAMBELLUCA
Le opere
All’interno della chiesa sono custodite alcune opere scultoree dell’artista madonita Pietro Giambelluca. Si tratta di pregiati manufatti in bronzo e precisamente di un Crocifisso, una Madonna col Bambino, un leggio, San Francesco e del portone d’ingresso della chiesetta.
Pietro, secondo di sette figli, nasce nel 1927 a Isnello. Diplomatosi al liceo artistico del capoluogo siciliano, nel 1949 si trasferisce in Ciociaria dopo aver vinto la cattedra per l'insegnamento dell'educazione artistica e del disegno.
La sua arte figurativa era alimentata da una vivacissima creatività, ed era basata su una straordinaria manualità, esaltata da una notevole padronanza di numerose tecniche compositive. Sebbene infatti le opere più celebri ed importanti di Giambelluca vennero realizzate prevalentemente in bronzo, egli tuttavia non disdegnava affatto di lavorare anche la terracotta, il rame sbalzato, il gesso, il cemento, il marmo e la ceramica; e di applicarsi – peraltro con molto successo – negli oli, negli acquerelli, nelle incisioni e nei disegni, utilizzando sovente l'efficace tecnica denominata "sanguigna".
Il critico Michele Santulli, nel 1975, così ebbe a definire e sintetizzare l'opera del talentuoso artista siciliano: «Eccezionale è la totale padronanza del mezzo espressivo e della tecnica scultorea: egli riesce a dar forma alle materie più disparate e inerti con perizia da vero artefice rinascimentale. In Pietro Giambelluca il senso della plasticità, il prepotente dinamismo e la vitalità, traspaiono ed erompono da tutte le sue opere, specie nei cavalli, nei tori e nei bufali, temi molto ricorrenti nella sua vasta gamma creativa... In Pietro Giambelluca non si troveranno ricerche tematiche o espressive, né discussioni programmatiche o dottrinarie: tutto è personale, tutto assume stile, tutto vi è semplice, lineare e naturale. E gli attributi veri e consolidati dall'arte, sono proprio questi».
Il critico e collega d'arte Luigi Bevagna, dopo la morte di Giambelluca (che avvenne a Terracina, il 24 novembre del 2011, all'età di ottantatré anni), lo ricordò con queste affettuose ed appassionate parole: «Per lui, scolpire, e vivere quotidianamente la tensione della creatività, era vitale come l'aria, come il sole. Una vita, la sua, vissuta con impegno e determinazione, alla ricerca costante di una sintesi espressiva, e nel tormento di pervenire ad un linguaggio proprio, esclusivo; una vita tutta protesa ad esaltare i valori universali, dei quali si avverte, oggi più che mai, la necessità della presenza in ogni manifestazione dell'attività umana, primi fra tutti la religiosità, peraltro innata nell'essere umano, l'amore per la natura, il rispetto per le tradizioni, e l'attaccamento alle proprie radici».












O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen.



Ti saluto, Signora, santa regina, santa Madre di Dio,
Maria che sei vergine fatta Chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito.
Tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.










«La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. È anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva».

Papa Francesco



L’esempio di Paolo di Tarso, di Aquila e Priscilla, il loro impegno missionario nella Chiesa nascente, rivestono un grande significato anche per l'attuale cammino di evangelizzazione della Chiesa del nostro tempo.

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