COLLESANO - Unità di Pastorale Sinodale

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COLLESANO | PARROCCHIA SAN PIETRO
La Basilica
La Chiesa Madre di Collesano, dedicata a San Pietro, venne edificata a partire dagli inizi del ‘500 e consacrata nel 1548 dal vescovo Mariano Manno da Sciacca, mentre era vescovo di Cefalù Francesco Aragona. Nel corso del Seicento fu oggetto di notevoli trasformazioni edilizie e decorative, tra cui la costruzione dell’elegante scalinata d’ingresso e della balaustra realizzata in pietra locale intagliata, anteposte al prospetto principale e progettate dall’architetto termitano Antonino Spatafora; l’ampliamento e la decorazione con dipinti e stucchi del cappellone centrale, nonché la realizzazione, con relative decorazioni, anch’esse con dipinti e stucchi, delle cappelle laterali del SS. Sacramento e del SS. Crocifisso. La facciata, in stile neoromanico, risale, invece, al 1900 e fu realizzata in sostituzione di una precedente facciata manierista, realizzata nel corso della prima metà del Seicento. Nel 1983 venne elevata al rango di Basilica Minore da papa Giovanni Paolo II, in virtù sia della sua antichità, che del suo prestigio e della viva pietà dei suoi fedeli.
L'interno
La chiesa presenta un impianto basilicale a tre navate, divise da arcate a tutto sesto poggianti su alti pilastri in muratura e coperte da un soffitto ligneo dipinto, e conserva al suo interno diverse e pregevoli opere d’arte, soprattutto del XVI e del XVII secolo, diverse delle quali provenienti da altre chiese cittadine non più esistenti. Tra le opere di rilievo spiccano il solenne Crocifisso sospeso della navata centrale (opera congiunta di pittura, scultura e intaglio ligneo databile alla metà del Cinquecento, dipinto nel retro con la Resurrezione di Cristo dal pittore Antonello Sillaro nel 1555); l’organo di Antonino La Valle (1627), la cui cassa lignea indorata e dipinta risale alla metà del XVI secolo; i cicli pittorici nelle pareti e nella volta del cappellone centrale, raffiguranti Storie dei Santi Pietro e Paolo e Storie della vita di Cristo, opera del noto pittore gangitano Gaspare Bazzano, detto lo Zoppo di Gangi, realizzati entro il 1624. Sempre nel presbiterio, sono degni di attenzione il coro ligneo in noce di quaranta stalli (originariamente sessantaquattro), opera dell’intagliatore mastro Andrea Russo realizzata tra il 1570 e il 1585, nonché il paliotto in lamine d’argento sbalzate su fondo di velluto rosso, realizzato, invece, dall’argentiere palermitano Francesco Testagrossa, nel 1721. Notevoli sono anche l’imponente tabernacolo marmoreo datato 1489, proveniente dalla chiesa dell’Assunta e realizzato su commissione del vicario Francesco de Sunzerio, la grande tela raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, opera del noto pittore Giuseppe Alvino (1596), proveniente, invece, dalla scomparsa chiesa di Santa Caterina, e infine la tela raffigurante la Madonna degli angeli e santi, realizzata dal citato pittore Gaspare Bazzano e proveniente dalla chiesa dell’Annunziata Vecchia.

Testo di Marco Failla
IL PATRIMONIO ARTISTICO
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