BASILICA DI COLLESANO | SIMULACRO LIGNEO
Immacolata
Autore: Vincenzo Perez
Datazione: 1736
Provenienza: Chiesa di San Giacomo; prima Chiesa dell'Immacolata
La statua lignea dell’Immacolata, attualmente custodita nella sagrestia della basilica, ha cambiato ubicazione più di una volta.
Inizialmente la statua è collocata nell’antica chiesa di San Francesco, fondata nel 1451 è ammessa al convento dei francescani conventuali che la detengono fino al 1662, anno dell’abolizione del loro piccolo convento. Il culto dell’Immacolata è ampiamente sostenuto dai francescani tanto che nel 1657, nella loro chiesa, trova sede la compagnia dell’Immacolata con una propria cappella. Abolito il convento, la chiesa di San Francesco passa in rettoria alla chiesa madre e, non si conosce l’anno, cambia titolo venendo dedicata all’Immacolata.
La chiesa, ubicata in fondo all’attuale via Bagherino nel quartiere Stazzone, crolla del tutto nei primi del ‘900 così Compagnia e statua transitano nella chiesa di San Giacomo, dove all’Immacolata viene dedicato l’altare che nei secoli passati, sotto il patrocinio della maestranza dei calzolai, era stato dei santi Crispino e Crispiniano.
La statua dovuta alla devozione del sacerdote Antonio Bonforte, viene scolpita nel 1736 dal palermitano Vincenzo Perez che la esegue per 15 onze, comprese onze 4.15 di colori ed oro. Vincenzo Perez stuccatore adornista della cerchia serpottesca, è noto per vari interventi in chiese di Alcamo e Palermo, come quella del SS.mo Salvatore alla cui decorazione collabora.
Dal punto di vista iconografico, la nostra statua è perfettamente allineata alla tradizione. Una chiara individuazione dell’origine e lettura di tale iconografia si deve a Maria Concetta Di Natale che risale a quanto codificato nel XVII secolo dal pittore e scrittore spagnolo Francesco Pacheco del Rio, “voce dell’Inquisizione per l’arte sacra”, che rimanda alla donna dell’apocalisse (12.1), secondo l’interpretazione di San Bonaventura: “Poi apparve un gran segno nel cielo, una donna intorniata dal sole, sotto i cui piedi era la luna e sopra la sua testa era una corona di dodici stelle. Sempre la stessa studiosa nota che la luna doveva avere le punte rivolte verso il basso, antico simbolo di castità, già nella dea Diana”.
La castità dell’immacolata, raffigurata a mani giunte, è ribadita dalla veste bianca avvolta da un manto azzurro, simbolo della grazia divina. Alle dodici stelle dello Stellario si riconnette, come scrive Vincenzo Abbate, la “pratica sorta nei primi decenni del XVII secolo, di recitare dodici orazioni… nei dodici sabati precedenti la festività dell’8 dicembre in memoria del 12 privilegi concessi alla Vergine Maria...”. Si tratta di una simbologia divenuta popolare da secoli grazie alla divulgazione generata dalle Litanie lauretane.
Anche la statua di Collesano si inserisce nel clima di “promozione del culto che nella 1708 Clemente XI aveva imposto de precepto a tutta la chiesa” tanto che non ci sarà centro che non avrà la sua statua dell’Immacolata (A. Cuccia).
Nonostante i tanti spostamenti, l’Immacolata si conserva in uno stato soddisfacente e non pare che, nel corso del tempo, ne siano stati alterati i caratteri settecenteschi, ben leggibili nella decorazione floreale della veste.
Testo tratto dalla monografia di
Rosario Termotto, “Collesano. Guida alla Chiesa Madre Basilica di S. Pietro”, 2010, pp. 127-129
Bibliografia: Gallo, ms. 1736, f. 396 | La mia parrocchia, f 80 | Termotto, 1992, pp. 85 | Di Natale, 2004, p. 62 | Abbate, 2004, p. 37
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